L1_Titolo: Il mio PFP – Il piano formativo personalizzato

Sfide

Soluzioni

Spesso i minori ospiti delle strutture di accoglienza non sono dotati della maturità necessaria o non vivono in un contesto in cui lo stabilire degli obiettivi costituisce una priorità quotidiana e non ricevono il supporto di un mentore esterno che possa rispondere ai loro bisogni di apprendimento. Quando viene loro chiesto dei loro obiettivi formative rispondono in maniera vaga, dicendo di voler divenire dei piloti o dei calciatori, senza però conoscere le tappe del percorso che porta al raggiungimento di tale scopo.

Il PFP favorisce l’individuazione sistematica degli obiettivi di apprendimento da parte del minore e dell’operatore. Mettendo a punto delle misure specifiche e degli obiettivi SMART, il PFP costituisce un meccanismo di supporto pratico e ben congegnato in grado di favorire il conseguimento di risultati concreti ed il raggiungimento degli obiettivi formativo.

Alcuni minori ospiti delle comunità di accoglienza (come i minori non accompagnati[1] da poco arrivati nel Paese ospitante) potrebbero non aver mai avuto accesso a percorsi formativi/ essere meno scolarizzati rispetto ai loro coetanei residenti nel paese ospitante.



Il PFP favorisce l’individuazione sistematica degli obiettivi di apprendimento da parte del minore e dell’operatore.  Il PFP costituisce uno strumento flessibile che consente di concentrarsi sull’apprendimento non formale per i primi 6-12 mesi per poi mettere a punto dei percorsi di apprendimento formali; ad es., all’inizio l’obiettivo potrebbe essere quello di completare un periodo di orientamento culturale volto anche a favorire l’acquisizione di competenze per la vita in linea con l’età del minore.

L’assenza di un coordinamento inter-agenzia sulla base di un piano d’azione congiunto incentrato sulla creazione di opportunità formative rivolte ai minori inseriti in comunità di accoglienza.

Una delle misure suggerite potrebbe essere quella di servirsi della rete dell’organizzazione al fine di mettere il minore in contatto con dei soggetti interessati a seconda degli obiettivi stabiliti nel PFP. In questo modo, il minore viene investito di maggiori responsabilità e passa da uno stato di passività a un ruolo attivo nella creazione del proprio percorso formativo.

Istruzioni

Il mio Piano Formativo Personalizzato – che cosa comprende?

Prima di elaborare il PFP, è necessario che tu, in qualità di operatore, abbia un’idea chiara de:

1. l’effettivo grado di istruzione del minore rispetto agli obiettivi stabiliti a livello nazionale;

2. gli strumenti e i metodi di valutazione utilizzati dalla scuola per comprendere se il rendimento del minore è in linea con gli obiettivi stabiliti a livello nazionale;

3. le prove di ogni iniziativa volta a supportare i minori nella loro crescita sia da un punto di vista formativo che sociale.        

Ricorda!!! Tenta di raggiungere un compromesso fra tutte le parti coinvolte (minori, operatori, responsabili della comunità di accoglienza e tutori legali) riguardo al percorso di istruzione e formazione e agli strumenti necessari per rispondere alle esigenze di apprendimento, nonché alle misure atte a raggiungere tali obiettivi.

Prima della prima sessione: Chiedi al minore di stilare un elenco di attività e di temi cui vorrebbe dedicarsi. Quindi, invitalo/la a stabilire degli obiettivi formativi. L’obiettivo è quello di favorire l’acquisizione di una certa consapevolezza prima di offrire informazioni in merito allo sviluppo di nuove capacità.

Temi di discussione: Perché l’istruzione è importante per il mio futuro? Opportunità formative presenti a livello locale e nazionale; Quali sono le opportunità nel campo dell’apprendimento formale e non formale offerte nel Paese in cui risiedo?

Discussione di gruppo

L’obiettivo della prima sessione è quello di discutere insieme dell’importanza dell’istruzione e della formazione per comprendere come questa contribuisce allo sviluppo olistico della persona.

Ricorda!!! L’apprendimento è sempre associato allo sviluppo e alla crescita. Ogni tappa del percorso formative è legata al miglioramento del benessere fisico e mentale, nonché delle opportunità lavorative, del reddito, della vita familiare, all’assenza di problemi legati all’abuso di sostanze, e a un minore rischio di compiere degli atti criminali (Jackson & Simon, 2005).

Sono due i percorsi che si completano a vicenda quando viene stabilito un obiettivo finale. Il percorso di apprendimento formale dipende dal background e dalle barriere linguistiche cui il minore deve fare fronte. Dal momento che formazione non significa solo iscriversi a un corso di laurea triennale o magistrale, ma anche apprendere un mestiere o una nuova lingua. Pertanto, è essenziale spiegare ai minori il valore dell’apprendimento non formale e della sua complementarietà con i percorsi di istruzione formale.

Suggerimenti per la discussione: Potrebbe essere utile proporre una discussione di gruppo sulle opportunità formative presenti a livello locale e regionale e stilare un elenco dei servizi offerti dalle organizzazioni e dai centri di formazione professionale al fine di mostrare ai minori le diverse iniziative a loro disposizione al fine di migliorare le competenze acquisite mediante le attività non formali.

Attività pratica: Termina la sessione svolgendo un’attività pratica che consenta di apprendere una nuova competenza in 20 minuti al fine di dimostrare le potenzialità dell’apprendimento non formale.

Seconda sessione: Crea il tuo percorso formativo, individuando esigenze e obiettivi ad esso collegati

Discussione di gruppo: Come STABILIRE un obiettivo?

Per stabilire un obiettivo è necessario conoscere prima i propri punti di forza e le sfide che si intendono affrontare. Stabilire un obiettivo significa comprendere il proprio punto di partenza in termini di conoscenze e capacità acquisite. Avere un’idea chiara di tali aspetti consentirà di programmare dei piccoli passi al fine di raggiungere l’obiettivo previsto.

Da tale punto di vista, la progettazione degli obiettivi di apprendimento prevede due processi complementari:

A)      La capacità di immaginare il futuro e di riflettere: incoraggia i minori che si apprestano a lasciare le comunità di accoglienza a immaginare il loro futuro e ad aprirsi a nuovi modi di vedere il mondo. Parla della volontà di seguire strade diverse per poi mettere a punto delle misure pratiche che consentano di ideare un piano d’azione (compresi i punti di forza, i punti deboli/sfide).

Ricorda!!! L’individuazione degli obiettivi personali si basa su idee legate alle passioni e ai punti di forza del minore, nonché ad aspetti che vorrebbero apprendere.

B)      La capacità di servirsi di conoscenze pregresse: incoraggia il minore a servirsi delle esperienze pregresse, della creatività, della capacità di riflettere in maniera critica e dei processi intuitivi che possono portare all’individuazione di possibili soluzioni e alternative.

Tali esperienze non sono di facile individuazione. Si potrebbe cominciare concentrandosi sulla situazione attuale per poi prendere delle decisioni in merito alle esperienze passate.

Di seguito elenchiamo le domande da porre ai minori che si apprestano a lasciare le comunità di accoglienza:

Qual è la tua idea di successo?

Che cosa ti piacerebbe cambiare nei prossimi 3 o 5 anni?

Quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli?

Quali ostacoli stai affrontando nel raggiungimento dei tuoi obiettivi di apprendimento?

Su quali elementi pensi di avere il controllo?

Quali alternative hai individuato?

Parlami di…

Parla dei limiti temporali e spaziali, nonché delle difficoltà linguistiche e culturali, sulla strada per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. Individua delle strategie che ti consentano di superare le sfide future.

L’allegato 3 contiene delle indicazioni rivolte al mentore/operatore in merito all’elaborazione del PFP allo scopo di migliorarne la qualità

Terza sessione: Crea il tuo PFP (l’allegato 2 contiene un modello del PFP, la seconda parte può essere adattata alle esigenze e al punto di vista del minore)

La stesura del PFP è un processo creativo in cui informazioni, conoscenze, abilità, passioni e interessi si trasformano e si fondono in un percorso volto al raggiungimento di risultati tangibili.

Se gli obiettivi discussi e concordati nel corso della prima sessione sono chiari e realistici, allora bisognerà procedere con l’individuazione di misure atte a raggiungerli.

Il processo di ideazione del PFP deve tenere conto di:

●        i punti di forza e i traguardi raggiunti dal minore;

●        il punto di vista del minore;

●        obiettivi SMART in ambito formativo;

●        registro dei risultati raggiunti.

La redazione del PFP si fonda su quattro elementi:

5. Precedente percorso di formazione (competenze e conoscenze che il minore ha acquisito in ambito linguistico, formativo, ecc.)
6. Caratteristiche del sistema di valutazione ad es., in base ai programmi ministeriali, competenze linguistiche, differenze culturali e sfide da affrontare.
7. Opportunità offerte nel Paese ospitante (apprendimento formale e non formale): istituti di formazione pubblici/privati, laboratori, formazione professionale, tirocini, ecc.
8. Strumenti necessari per il raggiungimento dell’obiettivo: esamina gli elementi realistici e le competenze di cui dotarsi al fine di raggiungere l’obiettivo finale.

Il PFP costituisce una fusione degli elementi sopraelencati.

Ricorda!!! Il processo di ideazione di un piano formativo è ripetitivo e non lineare poiché prevede che il minore utilizzi i risultati raggiunti al fine di rivedere, mettere in discussione e migliorare le sue supposizioni iniziali. Nel caso in cui l’obiettivo non sia raggiungibile il minore dovrebbe essere in grado di cambiare tali misure o modificare di conseguenza.

5 principi da seguire nel processo di ideazione del PFP (al fine di facilitare il processo di ideazione di un buon PFP suggeriamo di consultare l’allegato 1 contenente una scheda informativa e una lista di controllo):

1.          La scelta delle attività formative dovrebbe fondarsi sulla capacità del contesto di apprendimento di rispondere alle esigenze del minore e sull supporto offerto ai fini della realizzazione del suo pieno potenziale.

2.          La creazione di un buon PFP richiede il coinvolgimento del tutore, del mentore, del responsabile della comunità di accoglienza, degli insegnanti e degli educatori che concorrono al processo di apprendimento formale e informale, pertanto deve essere collegato al piano di crescita generale.

3.          È essenziale coinvolgere il minore in tutte le fasi dell’elaborazione del piano (in base alle sue capacità) e, se appropriato, anche i genitori o i familiari del minore.

4.          Se è centrale non diminuire o screditare l’ambizione di ottenere una determinata qualifica professionale, altrettanto importante porre l’accento sul riesame del piano al fine di ideare e portare avanti dei progetti specifici, e mettere a punto delle misure tangibili volte al raggiungimento dei risultati.

Ogni PFP è una testimonianza onnicomprensiva e in continua evoluzione delle esperienze e dei risultati del minore. Pertanto, il PFP registra le azioni che la scuola e gli altri soggetti che supporteranno il minore dovranno intraprendere al fine di raggiungere gli obiettivi previsti.