Tipo di attività:
❑ Mentoring
x Mentoring fra pari
x Laboratorio
Tema di riferimento: Rapporti interpersonali e partecipazione alla vita della comunità
Competenze di riferimento: Spirito di iniziativa e imprenditorialità
Competenze sociali e civiche
Competenze comunicative
Durata: 6 mesi
L’attività mira a migliorare i processi di inclusione sociale dei minori che si apprestano a lasciare le comunità di accoglienza, mettendoli in contatto con i membri della comunità locale che possono svolgere la funzione di guide volontarie. Le guide volontarie sono delle persone che conoscono la comunità, hanno una rete di contatti abbastanza ampia e sono disposti a sostenere i ragazzi che risiedono nelle comunità di accoglienza o sono inseriti in percorsi verso l’autonomia. Le guide possono essere sia persone autoctone o con background migratorio, adulti o coetanei (nel caso si intenda utilizzare un approccio fra pari) che conoscono bene il contesto locale.
Promuovere una partecipazione positiva, sana e flessibile alla vita sociale fra i minori che si apprestano a lasciare le comunità di accoglienza incoraggiando un maggiore impegno e attivismo.
Il contesto:
La figura della guida si basa sull’idea che l’inclusione sociale vada promossa mediante un supporto e la creazione di una rete di contatti e relazioni. Tale concetto è stato applicato per la prima volta in Svezia. Il progetto Mingle (AMIF) coordinato dalla Nicosia Municipality Multifunctional Foundation (Cipro) prevedeva il ricorso a queste figure nel corso dell’ultima fase dell’implementazione al fine di sostenere dei processi di inclusione sociale mediante la creazione di reti a livello nazionale.
L’implementazione di questa attività si basa sull’instaurazione di un rapporto personale. Il minore (autorizzato dal proprio tutore o mentore, in base a quanto previsto dalle normative vigenti a livello nazionale) è abbinato a una guida volontaria sulla base di interessi, hobby ed esperienze complementari.
Il ruolo di guida volontaria potrebbe essere ricoperto da un altro minore appartenente alla comunità locale, da un/a ragazzo che ha completato con successo il percorso in uscita dalla comunità di accoglienza, o da una persona adulta. L’abbinamento sarà curato da un facilitatore che dovrà trovare dei punti in comune mediante la somministrazione di questionari o attività di osservazione. In linea di principio, tale processo implica un accordo fra la guida e il minore. Ad esempio, nel corso del loro tempo libero potranno incontrarsi, conoscersi e condividere esperienze. Tale rapporto sarà monitorato dal facilitatore.
1. Insufficienza di volontari
2. Scarsa volontà di partecipazione da parte dei minori.
3. Problemi nell’abbinamento di minori e guide volontarie.
1. Il facilitatore dovrebbe promuovere l’attività in maniera dinamica all’interno della propria rete.
2. Il facilitatore coordinerà nel miglior modo possibile l’attività del sistema di accoglienza al fine di attirare l’interesse dei minori presentando loro delle storie di successo.
3. Il facilitatore può proporre una diversa guida o mediare al fine di costruire un buon rapporto fra il minore e il mentore. Le parti coinvolte sono libere di porre fine al loro rapporto in ogni momento.
Implementation Steps
L’operatore organizza un’attività di gruppo (Agenda: A1_Allegato 1) cui sono invitati le aspiranti guide volontarie e i minori ospiti delle comunità di accoglienza. I temi degli incontri possono variare dalle cucine, agli abiti, alle tradizioni, alla democrazia, ecc. (Lista di attività consigliate: A1_Allegato n.2)
Al termine dell’incontro, le persone che desiderano divenire guide volontarie sono invitate a prendere parte a un colloquio per poter procedere a un migliore abbinamento. Tale processo sarà supervisionato da un operatore sulla base di esperienze e interessi comuni, età, inclinazioni e similitudini. Nel caso in cui la guida sia un minore o un/a ragazzo/a in uscita dal percorso di accoglienza suggeriamo di abbinarlo a un minore che sia suo coetaneo e abbia interessi e hobby affini.
Non è necessario che le guide partecipino ad attività di gruppo per mostrare il suo interesse, ma possono anche registrarsi via e-mail[1]. (Modulo di registrazione: A1_Allegato 3)
Gli operatori possono organizzare un incontro introduttivo per le guide volontarie nel corso del quale saranno loro fornite informazioni in merito a:
– chi può ricoprire il ruolo di guida;
– ruoli e responsabilità delle guide volontarie;
– temi da affrontare nel corso degli incontri con i partecipanti;
– condizioni per proseguire o interrompere il rapporto di mentoring.
Al termine dell’incontro introduttivo l’operatore formerà le coppie mentore/mentee.
Al termine dell’incontro introduttivo, ciascuna guida volontaria deciderà come procedere, pur sapendo che potrà rivolgersi all’operatore in caso di necessità. L’operatore condurrà l’andamento del processo.
Il primo mese è un periodo di prova, nel corso dei quali i minori incontrano le loro guide volontarie. Al termine di questo periodo di prova, le parti possono scegliere di continuare o porre fine alla relazione.
L’operatore segue il percorso e contatta sia il volontario sia il minore al fine di verificare l’andamento del processo.
L’operatore organizza degli incontri regolari (almeno uno ogni 3 mesi) cui prendono parte le guide e i minori per discutere. Nel corso di tali attività è possibile mettere a punto degli altri abbinamenti. (Lista delle attività consigliate: A1_Allegato n.2)
Il rapporto di mentoring termina dopo tre mesi, a meno che le parti non decidano altrimenti.
Attività di follow-up volte a verificare:
- se il rapporto di mentoring ha un effetto sull’isolamento sociale del minore;
- in quale misura il rapporto favorisce una migliore integrazione all’interno della società.